Il migliore effetto collaterale del mio tumore al pancreas

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  • Noi madri

    (Premessa linguistica: qui parlo di figli al maschile, perché altrimenti dovrei appesantire tutto il testo, e in parte perché parlo di mio figlio, che è maschio. Naturalmente includo qui anche le figlie femmine, anzi. Per una volta mi concedo questa scorciatoia. Capitemi) L’adolescenza è una roba con cui fatico moltissimo a fare i conti. Mi manda ai matti. Stai perennemente sulle montagne russe. Altro che i marcatori tumorali che salgono e scendono. E tu sei tentata di fare come i tuoi genitori:– “questa casa non è un albergo!”– “finché ti mantengo io, fai come dico io” – “no, ho detto no e basta. Ed è…

  • Allarghiamo il presente

    Che anno il 2020! Lo so, dovrei tacere, perché per gran parte dell’umanità è stato un anno infernale. La pandemia ha creato problemi enormi, ucciso tante persone, accresciuto la povertà e le ingiustizie sociali, arricchito i già ricchi e impoverito ulteriormente chi era in difficoltà. Non starò qui a farne l’analisi. Si sa, io guardo un po’ il mio ombelico e quindi oggi mi fermerò proprio là. Per me fino ad ora il 2020 è stato l’anno più impegnato e fitto di esperienze e movimenti, viaggi, persone, cambiamenti, di tutta la mia vita. È iniziato in Marocco a festeggiare il mio compleanno e il nuovo…

  • Di guerrieri, di mostri e di eroi

    Non siamo guerrieri, non siamo posseduti da mostri, non ci curano degli eroi.
    Trattateci da persone normali, aiutateci a vivere meglio, accompagnateci nelle cure. Abbiamo bisogno di amici e non di ammiratori.

  • Estote parati

    Dieci anni di scoutismo non possono passare indenni. Ti cambiano più di quanto tu possa immaginare.

  • Tutti in piedi per Gilberta

    Ieri notte, 21 marzo 2020, mi ha scritto Antonella per dirmi che Gilberta non ce l’ha fatta. Uno degli effetti collaterali migliori del mio cancreas è stato quello di permettermi di allacciare rapporti, quasi tutti epistolari, con tanti pazienti come me, o con i loro caregiver. Alcuni li ho contattati io, perché mi pareva che avessero bisogno di aiuto, altri mi hanno contattato loro, dopo aver letto il mio blog oppure i miei contributi nelle discussioni dei gruppi (chiusi) della comunità del pancreas. Altri ancora li ho conosciuti organizzando il trekking che, appena ci rilasceranno dalla prigionia, tanti della nostra comunità del cancreas faranno nella…

  • Ex collezionista di candele

    Rientrata da Milano dopo la visita oncologica, sono stata costretta alla quarantena, imposta per legge a tutti coloro che avevano visitato la Lombardia nei giorni precedenti. E così fino al 21 marzo sono agli arresti domiciliari. So che non mi devo lamentare. Migliaia di persone stanno morendo per il coronavirus. Io non mi lamento quasi mai. Eppure stavolta mi sento come un leone in gabbia. In una gabbia dorata, certo. Ma per il mese di marzo avevo in programma un viaggio in Sicilia di almeno quindici giorni, da sola, in auto. Avrei chiesto ospitalità alle persone che conosco là, avrei conosciuto posti nuovi. La partenza…

  • Celina, Maria Vittoria, Rosa, Margherita e le altre

    Ricoverarsi in ospedale permette di conoscere persone che altrimenti non incroceresti mai. La più toccante è stata Celina Moncada, una traduttrice e poetessa nicaraguense. Era già ricoverata quando sono arrivata io. Era molto debole, mangiava pochissimo, aveva difficoltà ad alzarsi. Abbiamo parlato un po’. Ci è sembrata una bella coincidenza essere capitate insieme. Entrambe traduttrici, anche se lei mi disse che aveva tradotto l’opera di Padre Ernesto Cardenal, mentre io solo becera finanza. Io ero stata in Nicaragua, dove erano nati i miei nipoti  e mia sorella aveva vissuto per qualche anno. Lei contava di tornare a casa entro poche settimane. L’ho aiutata qualche volta…

  • Una comunità che merita un post tutto per sé

    Ho portato ad Antonella dei pigmenti di colore dal Marocco: erano di una bellezza disarmante sui banchi dei mille mercati, ma io non so dipingere e neanche disegnare. Quindi ho pensato subito a lei. E Antonella ha pensato di usarli per riprodurre questo quadro che girava mesi fa in rete, ma aggiungendovi tutti i nomi dei membri del Fish Post. Un selfie collettivo e virtuale. In uno dei primi articoli spiegavo come fosse nata una rete che su suggerimento di Gloria ho chiamato Fish Post, nome poi attribuito anche a questo blog. Quando ho creato il gruppo su whatsapp, a metà dicembre 2017, l’ho fatto…

  • Piccoli episodi che fanno la differenza

    Domenica 19 gennaio vado all’auditorium di Roma per assistere a uno spettacolo di Paolo Fresu su Chet Baker, con Monica che ha deciso di farmi questo bellissimo regalo. Io ancora non mi abituo ai “privilegi” che abbiamo come invalidi. Farò arrabbiare molti, costretti in sedia a rotelle e che si trovano in difficoltà a girare per Roma, ma io che ho ancora una buona mobilità apprezzo molto le agevolazioni che ricevo, e mi sorprendo ogni volta. Come ad esempio l’aver visitato una settimana prima il MAXXI per vedere la mostra bellissima di Maria Lai, entrando gratuitamente, così come la mia accompagnatrice. Comunque arriviamo all’Auditorium e…

  • Viaggiare come protocollo terapeutico

    Oggi, 28 dicembre 2019, scrivo da un treno diretto a Marrakesh, in Marocco. Sono qui in vacanza per una settimana con mia  sorella e Michela. Avevamo bisogno di caldo e di sole. Anche mia sorella, tipa tosta, a settembre ha fatto un’operazione di mastectomia bilaterale e contemporanea ricostruzione. Il tutto l’ha tenuta ferma per due mesi, e ancora oggi stenta ancora un po’ a riprendersi del tutto. È molto tempo che non aggiorno il mio blog. Avrei voluto finire di raccontare la mia storia, di portarla al giorno di oggi,  per poter poi andare avanti e scrivere eventuali riflessioni odierne. Non l’ho fatto perché, come…