Allarghiamo il presente

Guatemala, capodanno 2004
con Rocco, Thea ed Emi

Che anno il 2020!
Lo so, dovrei tacere, perché per gran parte dell’umanità è stato un anno infernale. La pandemia ha creato problemi enormi, ucciso tante persone, accresciuto la povertà e le ingiustizie sociali, arricchito i già ricchi e impoverito ulteriormente chi era in difficoltà. Non starò qui a farne l’analisi. Si sa, io guardo un po’ il mio ombelico e quindi oggi mi fermerò proprio là.

Per me fino ad ora il 2020 è stato l’anno più impegnato e fitto di esperienze e movimenti, viaggi, persone, cambiamenti, di tutta la mia vita. È iniziato in Marocco a festeggiare il mio compleanno e il nuovo anno. Ho poi continuato a muovermi durante il lockdown, per andare a Milano a curarmi. E ne ho approfittato per fermarmi spesso lungo la strada dell’andata o del ritorno, per nutrirmi dell’amicizia di tante. Magari in attesa di una TC, prima di rientrare nel Lazio e rinchiudermi in quarantena.

Ho alternato viaggi, clausure forzate, fughe, prelievi, cornetti con la crema, giornate in ospedale a fare chemioterapia.

Ho trascorso lunghi periodi in campagna, appena è diventato lecito spostarsi in altri comuni senza un motivo stringente. Ho partecipato al trekking – la TEPPA – che avevo organizzato con FrancESCA per i pazienti di tumore al pancreas, nella zona di Populonia-Baratti. Un’esperienza bellissima, con persone così diverse ma così interessanti. Ognuno col proprio vissuto.

Sono stata in Sicilia, girandola in auto per due settimane, mentre tutti affollavano altre regioni. Sono stata in Sardegna, alla Maddalena, mentre tutti erano rientrati a scuola e al lavoro. E questi sono solo gli spostamenti più eclatanti, che ho potuto fare anche grazie ai prezzi di navi, traghetti e aerei, spinti al ribasso dalla crisi del Covid.

Nel frattempo ho lavorato (nel senso di lavoro retribuito), ho provato a fare ancora la madre, sebbene spesso a distanza, ho contribuito ad ampliare e approfondire l’azione di Codice Viola. Ho conosciuto nuove persone bellissime, e intensificato il rapporto con altri. Per la prima volta in vita mia ho usato un intero tubetto di crema solare, protezione 50, in una sola stagione. Ho mangiato cose buonissime. Il cibo è uno degli elementi chiave della mia estate. Ho guidato la mia bellissima macchina come mai avevo fatto. Mi ha portato ovunque.

Il mio 2020 è stato connotato dal mare. Ho iniziato l’anno guardandolo dalla costa del Marocco. Sono andata a cercare il mare durante il lockdown, di ritorno da Milano, in auto, ho abbandonato l’autostrada deserta per andare sulla costa, altrettanto deserta. L’ho fotografato più e più volte, al tramonto, di giorno, con l’arcobaleno. Ho mangiato vista mare, bevuto vista mare, camminato sul lungo mare, o sul costone sopra al mare durante il trekking. Ho nuotato e preso il sole come non avevo mai fatto. Ci tornerò appena posso. Mi manca. Per ora mi sfogo riguardando le foto.

Il diario di google maps dice che ho percorso in auto oltre 20.000 km. E che ho visitato una miriade di posti. Cercherò di pubblicare la mappa.

Perché sto scrivendo tutto questo? Sembra una provocazione nei confronti di chi è rimasto bloccato.
Premetto che io rispetto le regole, ma non puoi bloccare – non ci riuscirai mai – una persona che non sa se ha un futuro davanti. L’idea di trascorrere in cattività gli ultimi mesi della tua vita è insopportabile. (Anche l’idea che tu hai studiato a fondo tutto il programma dettagliato del tuo funerale, e invece, se muori durante la pandemia, ti puoi scordare pure quel giorno di gloria postuma).

Ora, non so che futuro io abbia, le statistiche non mi aiutano, ma ho deciso di chiedere al mio fantastico oncologo di perorare tra i suoi colleghi la causa di noi pazienti di tumore al pancreas: visto che non riescono ad allungare quella dannata statistica che limita all’8% la nostra sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi, beh, che puntassero di più ad allargare il tempo. Se non posso aver un futuro più lungo, almeno avere un presente più largo, il più largo possibile, e più profondo possibile. Non mi bastano 24 ore al giorno per fare tutto quel che ho da fare. Me ne servono almeno 48. Ma 48 come dico io.

In attesa che realizzino tutto ciò, io nel frattempo ho fatto la mia parte, allargando a dismisura il tempo presente nel 2020. E rendendolo più profondo e più significativo. Più sensato. Più bello. E so che questo senso e questa profondità sono riuscita a trasmetterli ad altri come me. Le stesse persone, peraltro, che aiutano me a dare senso ad ogni mia azione. Per questo vado a letto tardi (no, non mi sveglio presto, ma anche questo fa parte del godersi la vita presente). Faccio mille cose. Vedo mille posti.

Non è insoddisfazione, irrequietezza. È il desiderio di poter fare oggi le cose che mi paiono essenziali. Di riuscire oggi a fare le tante cose che ho intrapreso. Ora, qui. Non mi interessa cosa potrei fare a 60 anni.

I cambiamenti subentrati nella mia vita in questi tre anni – sì sono tre anni dalla diagnosi (ho festeggiato!!!) – sono tali che mi rendo conto che non ha senso per me programmare o pensare al 2025. Proprio non mi interessa. Non mi interessa neanche chiedermi se ci sarò oppure no. Sono troppo presa dall’oggi per perdere tempo con domande che non hanno risposte, con ragionamenti su un futuro di cui tutti parlano, in cui i mercati finanziari investono, per realizzare il quale le persone mettono in sospensione il presente.

Si illudono… e poi arriva il Covid. Nessuno è attrezzato a fare i conti con l’incognita del domani – ci mette in crisi persino il non sapere se potremo fare il pranzo di Natale – mentre noi cancreatici abbiamo avuto la buona sorte di farci trovare pronti e non destabilizzati da tutto questo.

Non interpretate male: io non ho alcuna fretta di andarmene. Affatto. Ma voglio arrivare al futuro vivendo tutto il presente che posso. E anche di più.

14 Commenti

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Monicarispondi
15 Novembre 2020 a 00:09

Francesca cara, tu corri forte con il vento che ti scompiglia e ti accompagna. E più corri, più il tuo presente si allarga… lo sapeva bene Einstein. È un onore riuscire a starti accanto almeno per un istante, correndo insieme

Francifishrispondi
15 Novembre 2020 a 14:38
– Rispondi a Monica

Mi sorprende sempre che voi fisici riusciate alla fine ad essere i più poetici di tutti. Grazie! Come sai, a me piace tantissimo condividere il vento con te.

Elenarispondi
15 Novembre 2020 a 06:48

Grazie Francesca.

Ilaria Burresirispondi
15 Novembre 2020 a 13:27
– Rispondi a Elena

Fai riflettere molto. Soprattutto chi, ancora, non vede la propria data di scadenza e rimanda sempre: incontri, chiacchierate, viaggi….o anche un semplice boccone dal sapore particolare!

Francifishrispondi
15 Novembre 2020 a 14:40
– Rispondi a Ilaria Burresi

Ilaria, il disastro è che avendo imparato a non rimandare a niente, ma non a rinunciare a qualcosa, mi si creano gli intasamenti di cose da fare, tutte urgenti, tutte belle, tutte essenziali. Per questo mi servono le 48 ore….

Monica Rozzonirispondi
15 Novembre 2020 a 07:30

Cara Francesca, è davvero emozionante leggere ciò che scrivi perché il tuo entusiasmo è contagioso e la tua vitalità mette di buonumore. Avanti tutta verso nuovi obiettivi!
Un abbraccio 🤗

Mariarispondi
15 Novembre 2020 a 14:02
– Rispondi a Monica Rozzoni

Però, 20.000 km sono tanti. È vero il tempo va allargato e goduto fino in fondo, …. spesso presi dagli impegni quotidiani ce ne dimentichiamo! Grazie per i tuoi pensieri ad alta voce. Dovremmo fermarci a riflettere su queste semplici e intense parole, dovremmo goderci il presente, senza inseguire il futuro. Le previsioni a lungo termine non portano mai da nessuna parte😊

Francifishrispondi
15 Novembre 2020 a 14:47
– Rispondi a Maria

e imparare pure a goderci i figli, che sembrerebbero la contraddizione a questo discorso sul presente. Sono in fondo il futuro. Ma si può imparare a viverli oggi, a curarli sulle difficoltà presenti, ad aiutarli a gestire la contraddizione continua tra piacere e dovere, tra sacrificarsi oggi (studiando ad esempio) per avere maggiori prospettive domani. Io penso – e spero – che lavorando meglio sul presente riusciamo a farne persone più felici in futuro. Anche senza di noi, se così deve essere.

Chiararispondi
15 Novembre 2020 a 08:13

❤️

Felicettarispondi
23 Novembre 2020 a 22:14
– Rispondi a Chiara

Francesca se una forza della natura che ci trasmette tanta voglia di vivere!!

Maria tetesarispondi
15 Novembre 2020 a 10:00

Bel pezzo Franci. Intenso e stimolante pensieri positivi. Vivere il presente è il nostro mantra. Viverlo intensamente proietta do pensieri positivi

Lucianarispondi
15 Novembre 2020 a 23:12

❤️❤️🍀

Felicettarispondi
23 Novembre 2020 a 22:16

Francesca sei una forza della natura che ci trasmette tanta voglia di vivere!!

Felicettarispondi
23 Novembre 2020 a 22:24

Dal 15 ottobre 2019 a mio marito è stato diagnosticato un adenocarcinoma al corpo-coda del pancreas. È già passato un anno tra esami, visite, TAC, chemioterapie ed effetti collaterali (valori bassi dell’ emocromo, pressione bassa, valore glicemico basso, piastrinopenia). Però si va avanti, nutrendo sempre una speranza che ci porta a vivere giorno x giorno. Siamo tutti e due in pensione e abbiamo due figli meravigliosi. Una ragazza di 35 anni e un ragazzo di 33 anni che ci sono molto vicini. Questa malattia è servita a rinsaldare il legame affettivo tra di noi!!

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