Compagne di ventura: Lucia

Ho condiviso la stanza con tante donne. Tutte malate di cancro. Tumori diversi, in parti diversi del corpo, in stadi di avanzamento diversi. Età diverse. Ognuna ha lasciato in me un segno, e credo anche io in loro. Cercherò di parlarne più in dettaglio, ma mi rendo conto che con il passare del tempo mi si stanno mischiando tutte in testa, come a formare un’unica grande icona di donna. E non mi ricordo neanche i nomi.

La prima compagna, chiamiamola Lucia, la ricordo benissimo perché l’ho continuata a incontrare fino a poche settimane fa. Vedova, in pensione, un figlio e una figlia adulti che dire amorevoli è dir poco. Mia madre secondo me era un po’ invidiosa nel vederli, pur non essendo lei affatto del tipo sdolcinato.

Io e Lucia abbiamo iniziato il percorso insieme. Ricoverate lo stesso giorno, abbiamo iniziato la prima chemio nello stesso momento. Dopo il primo giorno di ricovero, ho iniziato a stufarmi un po’ perché Lucia si lamentava sempre di tutto, soprattutto del cibo. Allora ho provato la strategia di lamentarmi io per prima, e ha funzionato perfettamente. Lucia ha smesso, e da quel momento siamo andate d’amore e d’accordo.

Lucia non era per niente preoccupata. La figlia parlava con i medici. Lucia sapeva e non sapeva. E viveva serena. Preoccupandosi che a casa ci fosse qualcuno pronto a preparare da mangiare per il figlio. Lucia non temeva la chemioterapia, ma dopo un po’ ho iniziato a notare che la figlia la chiamava la “terapia“. Per lei, quella che si accingeva a iniziare era una terapia, senza tutta quell’aurea di terrore. La differenza che passa tra una chemioterapia e una terapia può essere incredibile. Lucia tra le mie compagne era l’unica veramente felice di iniziare la terapia, iniziare a curarsi.

Ha iniziato la terapia come se fosse la cosa più normale del mondo da fare in ospedale.

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al mare, da piccola, prima di scottarmi come sempre

4 Commenti

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Maria Elena Addessirispondi
1 Luglio 2019 a 18:34

Anche mia mamma è stata curata all’IFO da Milella, Celibelli, Gilibter, Vari, non posso che ringraziarli. Non sai che piacere mi fa leggerti. E già di “Lucie” nè ho inconrate anche io. Tra le volontarie ci dovrebbe essere Isabella, alta e bionda, Un tesoro. Se la vedi salutamela, sicuramente di me si ricorda come la figlia di Giovenale.

Francifishrispondi
7 Luglio 2019 a 14:27
– Rispondi a Maria Elena Addessi

Alla fine sono fuggita dall’IFO alcuni mesi fa, quindi non te la posso salutare. Se dovessi passarci la cerco, però.

María Josérispondi
2 Luglio 2019 a 22:42

Grazie, Fra, questa foto è bellissima. E tuo figlio ha sicuramente da andare fiero. Già da piccola eri bella tosta, si vede da lontano. Bellissima.

Francifishrispondi
7 Luglio 2019 a 14:26
– Rispondi a María José

Grazie Maria José, in effetti sì, ero tosta da ragazzina. I genitori confermano 😉

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