Rientro a casa e aspetto

il 18 dicembre 2017 vengo dimessa dopo la chemio, con appuntamento per il 4 gennaio, previa telefonata della caposala.

Per me le feste di Natale sono sempre state importanti. Non sono credente, ma compio gli anni il 30 dicembre, e quindi in tutte le foto dei miei compleanni c’è un albero di Natale. E poi da piccole io e mia sorella con le amiche abbiamo organizzato e trascorso dei Natali bellissimi. E quindi io continuo a festeggiare al meglio possibile. Quest’anno è un po’ diverso, ma evito di introdurre pensieri cupi, che nel mio caso sono “chissà se sarà l’ultimo”.

Faccio l’albero e cerco di coinvolgere la mia famiglia, che mi segue sempre poco volentieri in queste cerimonie… Ma non posso certo dire a mio figlio: apprezza questo momento con me, perché il ricordo magari ti sarà prezioso in futuro… Fortunatamente lui si sta costruendo dei ricordi magari meno retorici, più spontanei.

Intanto decido che per il mio 52° compleanno, il 30 dicembre, mi piacerebbe andare con gli amici ad una Spa. Sento che ho bisogno di acqua calda e di coccole.

Il mio compleanno lo abbiamo festeggiato in tante, a mollo nella piscina con idromassaggio dell’Hotel Crowne Plaza di Roma. A proposito, io non faccio pubblicità a pagamento, ma mi pare giusto segnalare i luoghi dove sono stata bene, oppure male, e dove le persone sono state gentili, collaborative. In questo caso il personale è stato molto carino, tanto da indurmi a scegliere questa soluzione dopo averci semplicemente parlato al telefono. Serata a mollo con amiche, candeline soffiate, maschera di fango, sauna, bagno turco. Amiche, amiche. amiche.

Dal mio 52° compleanno ho iniziato a ricevere in regalo oggetti da malata. Ho messo insieme pigiami, camicie da notte, vestaglie, pantofole. Anche per Natale. Finché non mi sono ribellata. Poi ho iniziato a chiedere di non farmi regali, possiedo già troppi oggetti, troppe cose. Ho bisogno di leggerezza. Sto iniziando a regalare cose che ho dentro casa e che mi appaiono superflue.

Con l’approssimarsi del 4 gennaio, inizio a vivere con il cellulare sempre acceso, sempre con me. Sul comodino, al bagno, ovunque. Aspetto la chiamata per il ricovero e l’inizio del secondo ciclo di chemio. Peggio di un’adolescente. Sempre col telefono. Un vero incubo. Sarei dovuta entrare il 4 gennaio e invece nessuna chiamata. D’altra parte all’IFO durate le vacanze di Natale, Pasqua e d’estate, accorpano i reparti e quindi dimezzano i posti letto.

Intanto ho praticamente zero effetti collaterali. Sto attenta a mani e piedi. Se prendono freddo, iniziano a friccicare. Anche il viso risente del freddo. Mi devo attrezzare per l’inverno. Devo bere molto, per smaltire la tossicità. Devo muovermi, camminare, come ho imparato da un paziente tedesco in reparto quando ero ricoverata. Lui camminava su e giù a passo veloce lungo il corridoio per mezz’ora almeno mattina e pomeriggio.

Il 4 gennaio mi telefona finalmente Mariangela, la caposala del reparto di Oncologia medica 1 dell’IFO, per comunicarmi che mi ricoverano lunedì 8 gennaio per effettuare il secondo ciclo di folfirinox. Finalmente. Sollievo. Il cervello ti dice infatti che è importante seguire le scadenze indicate dai protocolli. Il Folfirinox va fatta idealmente ogni 14 giorni. E i 14 giorni scadevano il 29 dicembre. D’accordo, non sono indicazioni stringenti, immagino, ma rappresentano i tempi ideali.

Ora posso rilassarmi.

Foto ufficiale dal fotografo

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