I sintomi

Ripartiamo dall’inizio. Descrivo forse in modo un po’ pedante i sintomi e il percorso seguito fino alla diagnosi del tumore. Lo faccio non perché lo trovi interessante, ma perché in molti chiedono quali siano i sintomi del tumore al pancreas, e penso sia utile quindi descrivere i miei, e anche come sono arrivata ad avere una diagnosi, non abbastanza tempestiva da non finire nella categoria del IV stadio, ma almeno sufficiente da poter essere trattato.

A gennaio 2017 inizio ad avere dolori leggeri. Un giorno alla pancia. Un giorno ai reni. Un altro giorno all’altezza dello stomaco. Niente di particolare. Soprattutto il dolore non è fisso, sempre nello stesso luogo. Difficile andare da un medico e dirgli che hai dolori un po’ qua e un po’ là. Ci faccio caso, ma non mi pare grave. Li sento di più quando sto seduta al computer o quando guido la macchina. Decido di aspettare che passino. Sono una tipa paziente, quindi aspetto un mesetto e alla fine passano.

Nel frattempo, mio figlio compie 14 anni, età limite per il pediatra, e quindi devo cambiargli medico di base. Decidiamo quindi di cambiare tutti e tre – io, Danilo ed Emiliano – abbandonando il nostro medico del quale eviterò di fare il nome (è andato in pensione da poco, quindi ormai non serve più) e scegliendo Francesca Stampi. Questa splendida dottora a tutti i nuovi pazienti fa una visita approfondita e un’analisi completa del sangue. Non le dico niente dei dolori, perché non li ho più e neanche ci penso. Ma dalle analisi fatte risulta una glicemia molto alta.

Sono sovrappeso da decenni e faccio una vita sedentaria, quindi Francesca decide che prima di andare dal diabetologo proviamo per un paio di mesi a mettermi a dieta e fare attività fisica, per verificare se migliora. Mi rivolgo quindi ad un nutrizionista, molto attento, umano e bravo, Stefano Dini Modigliani, di Alimentare, che mi prescrive una dieta ipoglicemica che mi piace e che riesco ad applicare: niente dolci, carboidrati solo integrali, molto pesce, pasti che iniziano con una insalata o una zuppa, molti legumi, etc.

Inizio anche a fare ginnastica: Pierluigi fa il personal trainer e ai vicini di casa offre condizioni che neanche una pigra come me può rifiutare. È bravo, tanto che inizio ad andare quasi tutti i giorni per sessioni da 40 minuti. Mi diverto pure. Parliamo molto mentre mi alleno. In tre mesi riesco a rispettare il programma, perdendo quattro chili al mese.

Ad agosto inizio di nuovo ad avere dolori. Con il nutrizionista proviamo a ridurre la quantità di legumi. Passano i giorni, io sono molto impegnata a sistemare un appartamento per aprire uno spazio di coworking e coliving (il “contatto“), un posto diverso dagli altri. Ho da fare. I dolori non sono molto forti, ma iniziano a occupare un posto più centrale del mio cervello.

Subito dopo l’inaugurazione del contatto, decido che è giunto il momento di fermarmi e andare dal dottore, anzi dalla mia dottora. Le racconto dei dolori di gennaio e di quelli recenti. Credo che lei metta insieme le informazioni e mi prescrive una ecografia urgente per due giorni dopo, alla Asl di via Boccea a Roma.

Durante l’ecografia inizio a riconoscere lo sguardo compassionevole che mi accompagna da allora. La radiologa, molto carina, passa e ripassa sopra quello che poi scoprirò essere il pancreas. Io che a malapena sapevo di avere un pancreas e non sapevo certo dove fosse posizionato. Alla fine con sguardo triste mi dice che qualcosa non va. E mi suggerisce di fare una TAC urgente.

La dottora mi prescrive e prenota una TAC total body per il 31 ottobre. E lì il simpatico primario radiologo mi dice di trovarmi un chirurgo, che ho un problema al pancreas e che però tutto il resto è pulito. E che, vista la situazione, mi consegnerà il referto il 2 novembre anziché dopo una settimana.

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